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albero di eucalipto

La Nutrizione per me

Il piatto consapevole

Non è solo cibo

Come le abitudini alimentari e gli stili di vita sregolati incidano drasticamente sulla qualità e sulla durata della vita non è certo un segreto. Consumiamo più di quello che dovremmo e lo facciamo male, ma soprattutto siamo molto più sedentari/e di quel che dovremmo essere. Tutto questo contribuisce all’insorgenza di stati patologici e dunque alla compromissione degli equilibri fisiologici, sia fisici che psichici.

A partire da ciò che mettiamo nel piatto incidiamo, oltre che sulla nostra salute, su tutta una serie di fattori che apparentemente sono molto lontani dal nostro piatto. Ecco perché un approccio valido deve essere sistemico e considerare tutto ciò che interviene nel mantenimento di una condizione psico-fisica ottimale.

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Rivoluzionare lo stile di vita e il rapporto col cibo

Guardare dentro al piatto, oltre a dare un’idea di quanto apprezzabile o meno sia una pietanza, può e deve stimolare una serie di domande: quanta roba c’è, di che tipo, dov’è stata prodotta e da chi, quant’è costata in termini di risorse economiche, ambientali e umane, com’è stata preparata, com’è finita nel nostro piatto e perché?

Si apre un mondo…di opportune riflessioni.

Ed è bene che questo avvenga, perché partendo dal cibo che scegliamo, dalla modalità di consumo, da dove e come facciamo la spesa,  possiamo modificare il nostro stile di vita decidendo quanto e in che modo compromettere o tutelare la nostra salute, impattare sull’ambiente e sulla condizione socio-economica propria e di intere comunità in maniera più o meno diretta.

È la nostra impronta su questo pianeta, insieme ad altri aspetti e azioni della nostra vita certamente, ma se ci pensiamo bene è quanto incide di più dato che senza cibo, dunque il carburante per il nostro corpo, non esisteremmo. Ecco perché è importante ciò che mangiamo, sotto molteplici aspetti.

Quello che mi propongo di fare, come biologa prima ancora che come nutrizionista, è di educare alla prevenzione e al rispetto per le varie forme di vita. Che l’alimentazione rivesta un ruolo fondamentale sulla tutela della salute è ormai  largamente dimostrato dalla scienza: il nostro stile di vita e il modo in cui ci alimentiamo sono condizioni imprescindibili per il raggiungimento e il mantenimento di uno stato psico-fisico ottimale.

Benché oggi possa sembrare scontato, c’è ancora parecchio lavoro da fare in merito, basti pensare a quanto spesso ci si lasci influenzare da false credenze e concetti modaioli che sono l’insieme di scarsa conoscenza in campo medico-scientifico e di speculazione che mira solo al profitto. L’informazione è veramente tanta, ma mai come oggi viziata dal marketing e del business che ruotano intorno alle diete. Non è necessario andare alla ricerca di chissà quali cibi provenienti da chissà quali parti del mondo per intraprendere un corretto stile di vita, bisogna iniziare dal concreto, dalla quotidianità , dalla scelta di prodotti di qualità (prediligendo, quando possibile, quelli del territorio e di stagione), dall’attività fisica che si fa e mettere in pratica quelle semplici regole di base opportune al fine di garantirsi una vita serena e in salute.

Sleghiamoci da concetti obsoleti come il conteggio calorico maniacale (che resta un concetto matematico utile fino ad un certo punto), il terrore dei grassi, degli zuccheri, l’esaltazione delle proteine e la sindrome da “corpo perfetto e omologato”, tutto ciò che ci propina la pubblicità e la diet culture.

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Tutti mangiano ma in pochi si nutrono

Nutrirsi significa fornire al nostro corpo le sostanze di cui ha bisogno nelle qualità e quantità opportune per funzionare in maniera corretta, fornendo i macro e micronutrienti di cui necessita. La mancanza o l’eccesso di nutrienti nella dieta determina una condizione di malnutrizione, per eccesso o per difetto, che potrebbe sfociare in patologia (dislipidemie, steatosi, ipertensione, obesità, DCA/DAN e molte altre ancora).

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Mangiare significa assumere cibo per placare la fame. Oggi è più un atto edonistico che altro, tendiamo a mangiare non più per soddisfare la fame ma spesso per convenzione, per silenziare o regolare le emozioni, a qualsiasi orario e in qualsiasi luogo. Per quanto il cibo sia anche piacere non dovrebbe diventare abuso e strumento compensatorio.

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Sostenibilità           

Ambientale, economica, sociale, psicologica.

Decidere di acquistare un prodotto piuttosto che un altro ha delle conseguenze in termini di inquinamento e depauperamento dei territori, in termini di sfruttamento e condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici, e in termini di salute per chi consuma. Senza necessariamente cadere nella trappola del marketing che spinge all’acquisto di prodotti  “biologici” a prezzi spropositati, semplicemente iniziando a preferire quei prodotti che si trovano sul territorio e  sostenibili, realizzati col minor impatto ambientale possibile, da una filiera corta, col minor utilizzo di fitofarmaci dannosi per l’ambiente, scoraggiando così le dinamiche delle monocolture e degli allevamenti intensivi, con un packaging meno impattante. Possiamo sicuramente fare molto nel piccolo e quotidianamente: dalle norme anti-spreco alla creazione di gruppi di acquisto solidale, per esempio, valida alternativa ai supermercati della grande distribuzione che oltre a garantire qualità sono un valido strumento di monitoraggio della filiera (si parla di filiera corta, dunque i prezzi sono spesso più accessibili perché si ha a che fare direttamente coi produttori) e, non in ultima istanza, sono un bellissimo strumento di socialità.

La dieta deve essere economicamente sostenibile. Mangiar bene e in modo equilibrato è decisamente più economico se si usa la testa durante gli acquisti, scegliendo come organizzare la settimana alimentare, consumando le giuste quantità. Il risparmio economico non è solo immediato ma anche sul lungo periodo se si pensa a quanto un corretto stile di vita significhi in termini di spesa sanitaria pro-capite e per la comunità.

La dieta non è rinuncia alla socialità e alla felicità, al contrario è convivialità e condivisione, è scambio culturale e gratificazione. Tutto il resto è noia ed è pensiero tossico.

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Attività Fisica

Ci muoviamo poco e male. Complice di questo è sicuramente l’automazione del lavoro e della vita casalinga, che se da un lato evita di compiere sforzi a volte immani e agevola lo svolgimento delle attività, dall’altro impedisce di mettere in moto la macchina corpo abituandola all’inattività e alla pigrizia. L’organismo umano non è nato per l’inattività: il movimento gli è connaturato e una regolare attività fisica, anche di intensità moderata, contribuisce a migliorare tutti gli aspetti della qualità della vita e i parametri ematochimici.
Al contrario la sedentarietà è responsabile dell’insorgenza di alcuni tra i disturbi e le malattie oggi più frequenti: diabete di tipo 2, malattie cardiocircolatorie (infarto, miocardico, ictus, insufficienza cardiaca), tumori.  Scegliere di dedicare dei momenti all’esercizio (soprattutto all’aperto) e contemporaneamente calibrare l’introito di cibo, vuol dire mantenersi in forma ed efficienti più a lungo.

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Assapora, mastica, prenditi il tempo che ti serve qui e ora

Quello col cibo deve essere un rapporto sano, piacevole. Il cibo va apprezzato e degustato, diversamente da quanto si tende a fare solitamente: spesso si mangia senza nemmeno rendersi conto di quello che si sta portando alla bocca, magari mentre si è impegnat* a fare altro oppure a qualsiasi ora del giorno e della notte senza minimamente curarsi di quelle che potrebbero essere le conseguenze di questi comportamenti ormai acquisiti. Non si mastica nemmeno o troppo poco, si ingurgita senza farci caso. La digestione ha inizio in bocca, motivo per il quale esistono anche nella saliva enzimi digestivi: masticare a lungo e bene vuol dire agevolare il processo digestivo e evitare che ci si ingozzi e si ingurgiti più del necessario.

Riappropriati della capacità di assaporare il cibo, di sentirne le fragranze e gli odori, le consistenze, così da esaltare le papille gustative e attivare i circuiti cerebrali di gratificazione. Non è solo una questione di gusto, ma anche di tatto e visiva: l’esplosione di colori in un piatto è gratificazione per la mente. Non bisogna essere espert* di cucina per preparare piatti bilanciati e allo stesso tempo gustosi, bisogna solo avere la volontà di cambiare in meglio certe abitudini e questo lo si può fare indipendentemente dalla quantità di tempo che si ha a disposizione per dedicarsi ai fornelli. Datti il tempo di consolidare le buone abitudini e i risultati arriveranno, ma non cercarli solo nei numeri. Nel frattempo avrai imparato ad essere più gentile con te stess* e ti sarai riappropriat* del tempo che meriti di dedicarti.

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