Le vacanze sono finite. Hai fatto incetta di dolcetti, panettoni e un intero supermercato? Hai bevuto come Spugna della ciurma di Uncino? E adesso vorresti rimediare al danno, magari perdere peso in pochi giorni?Nessun problema! Sparati un detox! Ti disintossicherai e tornerai come nuov*, anzi tornerai indietro di 20 anni e vivrai fino a 120!
Dieta detox, cibi detox, tisane- beveroni detox, settimana detox… Si vende di ogni per disintossicarsi. Si vende anche, soprattutto, ovvietà ma le si danno definizioni e nomi accattivanti. Perché se dico che con un certo tipo di pratiche elimini tossine pericolose dal tuo corpo e per di più perdi peso, ovviamente questo avrà più appeal delle solite raccomandazioni fondamentali riguardo a uno stile di vita equilibrato che punti alla prevenzione piuttosto che alla compensazione post eccesso-occasione-vacanza.
Difficile slegarsi dal meccanismo compensatorio. Una piaga!
Difatti il concetto di detox fa molta presa solitamente su chi cerca il rimedio veloce e senza troppi impegni da adottare all’occorrenza, il palliativo che assolve dall’esagerare, una sorta di redenzione che però alla fine non aiuterà a comprendere come non ricadere negli stessi errori routinari, portando al solito loop dal quale è difficile uscire. Come quello delle diete, il principio è lo stesso anche perché quella detox è anche spesso una dieta che promette di perdere peso oltre che disintossicarsi.
Chiariamo però una cosa fondamentale: se ci intossicassimo col cibo finiremmo in ospedale.
Questa precisazione è doverosa per il semplice motivo per cui le intossicazioni alimentari sono patologie causate dal consumo di cibo contaminato da agenti tossici. Le intossicazioni alimentari più comuni sono quelle provocate dall’azione metabolica di certi microorganismi: residui del loro metabolismo o parte di essi. Nel caso in cui si riscontrino agenti infettivi vivi ed attivi (batteri, muffe, lieviti, virus) parliamo più propriamente di infezione alimentare (senza tossine) o di tossinfezione alimentare (con la presenza di tossine). Le intossicazioni possono però anche avere origine vegetale (fitotossine) e animale (zootossine).
Alcuni esempi di intossicazioni e infezioni alimentari sono salmonellosi, listeriosi, botulismo, avvelenamento da funghi, e così via.
Quali sono i sintomi tipici di una intossicazione alimentare?
Nausea, vomito, diarrea e crampi addominali, in alcuni casi anche febbre alta. Sintomi che si manifestano nell’arco di poche ore dopo l’ingestione di alimenti contaminati o qualche giorno, più raramente dopo settimane ma possibile. Alcune intossicazioni alimentari hanno conseguenze molto gravi in particolari condizioni, per esempio durante la gravidanza o in soggetti con sistema immunitario compromesso.
Per scongiurarle bisogna applicare corrette norme igienico sanitarie in cucina relativamente a metodi di conservazione, preparazione e manipolazione degli alimenti e delle superfici con le quali entrano in contatto.
Nella maggior parte dei casi le intossicazioni e infezioni alimentari si risolvono senza importanti interventi medici, la gravità o meno dipende da cosa e quanto si è ingerito e anche dall’efficienza del sistema immunitario del soggetto colpito: un soggetto debilitato avrà molto probabilmente conseguenze più drastiche di un soggetto sano. Nel meccanismo disintossicante viene coinvolto in primis il fegato, ma anche reni, intestino e polmoni. Ogni singolo istante questi organi lavorano egregiamente per allontanare dal nostro corpo scarti metabolici potenzialmente o certamente pericolosi. L’azione viene svolta dalla sintesi di enzimi (di classe I e II) prodotti soprattutto a livello di questi organi. La produzione di tali enzimi viene agevolata e può essere modulata attraverso la dieta, ma ancor prima dalla predisposizione genetica ad avere una batteria enzimatica ben funzionante.
Per modulazione attraverso la dieta s’intende il consumo abituale di alimenti ricchi in sostanze protettive per la salute e in grado di stimolare il complesso sistema metabolico coinvolto nella “pulizia” del nostro corpo, non certamente il consumo saltuario di certi alimenti, men che meno digiuni occasionali e diete fortemente restrittive per brevi periodi annuali.
Fatta questa digressione sulle intossicazioni, e appurato cosa sia un’intossicazione, torniamo al detox e all’utilizzo improprio di questo termine e di tutte le sue applicazioni.
Le diete detox hanno caratteristiche quali forte restrizione calorica, rigidità, consumo di vegetali (generalmente una ristretta selezione per rendere il tutto ancora più mistico), badilate di tisane (ovviamente depurative), limone, zenzero e curcuma non mancano mai, magari ingredienti particolari e costosi come sale rosa, spezie particolari, frutti esotici…, passati di verdure e gli immancabili estratti. Generalmente mancano alimenti di origine animale, farine raffinate e nei casi peggiori viene raccomandata l’esclusione del glutine (e te pareva!)
Infatti chi propone rimedi detox annovera tra le tossine moltissime sostanze “chimiche” (termine inappropriato) come conservanti, dolcificanti, pesticidi, glutine, ma anche ovvi prodotti di scarto del nostro metabolismo come urea e muco per esempio, ritenendo che il progressivo accumularsi di queste sostanze nel corpo creerebbe problemi e che soltanto una dieta detox possa porvi rimedio.
E’ vero che molte sostanze potrebbero risultare problematiche per la salute, il punto è però chiarire a che dosi e con quale frequenza di assunzione lo siano davvero e contestualizzare. Perché se di una sostanza viene dimostrata tossicità in vitro o su cavia a dosaggi così elevati da essere irraggiungibili nella vita reale, dire che la sostanza incriminata sia dannosa a prescindere equivale a mentire spudoratamente e a fare terrorismo gratuito.
Come diceva un grande saggio medico e alchimista dal nome Paracelso (il nome completo è lunghissimo), è la dose a fare il veleno. Qualsiasi cosa assumiamo, anche la meno probabile in termini di pericolosità, come potrebbe essere l’acqua (vedi iponatremia), se in eccesso potrebbe risultare anche fatale.
Delle sostanze individuate come pericolose o potenzialmente tali per la nostra salute sono stati individuati limiti di assunzione giornalieri che garantiscono di rimanere nel range di tollerabilità senza creare problemi. La cosa interessante è che questi limiti sono stati calcolati su dosaggi addirittura inferiori ai limiti consentiti, applicando l’eccesso di cautela. Limiti di assunzione di sostanze come pesticidi o altri contaminanti naturalmente presenti negli alimenti o di sintesi rientrano in questa categoria e vengono costantemente monitorati dagli organi preposti (per esempio EFSA).
Alla luce di tutto ciò quanto ha senso, quindi, fare una dieta detox?
La risposta arriva dagli studi scientifici a riguardo. Quelli a sostegno di questi approcci sono pochi e dalle evidenze a favore molto scadenti, in quanto i dati non sono tangibili ma si basano per lo più sulle sensazioni dei soggetti coinvolti: suggestione e effetto placebo la fanno da padrone.
Gli studi randomizzati hanno invece dimostrato che un protocollo detox non apporta benefici diversi da una qualsiasi altra forma di restrizione calorica, evidenziando come sia quest’ultima a determinare effetti benefici sulla salute. Alla fine ruota sempre tutto sullo stesso punto: il taglio delle calorie.
Il fatto di vedere risultati immediati, come una repentina variazione del peso, non dovrebbe neanche tanto rallegrare perché non è con tagli calorici drastici, tisane e intrugli magici che si dimagrisce (attenzione alla terminologia, dimagrire non è = a perdere peso), ma con la costanza nell’avere un corretto stile di vita, di conseguenza un’alimentazione adeguata nella quotidianità. Perché non impegnarsi a bere più acqua (anche sottoforma di tisane se proprio piace), mangiare più alimenti vegetali e consumare meno cibi grassi e zuccherati nella quotidianità piuttosto che ridursi a farlo, in modo molto privativo, pochi giorni l’anno?
Questo ci permetterebbe di non doverci preoccupare di attuare atti compensatori bislacchi e spesso pericolosi.
Quali pericoli a riguardo?
I pericoli maggiori li corre chi ha uno stato di salute in partenza compromesso, chi assume farmaci, donne in gravidanza o in allattamento, chi soffre di disturbi alimentari. Si va da effetti banali, e proprio per questo non immediatamente associati, come emicranie e astenia, a complicanze più serie come squilibrio idro-salino e sviluppo di ortoressia. Il tutto solitamente condito da una cospicua spesa economica: molti di questi regimi prevedono l’acquisto di integratori o alimenti tanto costosi quanto inutili ma che vengono elevati a superfood (non sense) e alimenti salvifici.
Certo è che queste detox hanno durata breve, generalmente non vanno oltre la settimana. Ciò non toglie che in un periodo limitato si possano fare molti danni alla salute. Generalmente la prima cosa a sfavore è il recupero del peso perso, questo è dovuto al fatto che si tratta di perdita liquidi e non certamente del grasso ostinato. Nel frattempo non sarà rimasta traccia di buone pratiche, anche perché l’educazione alimentare non rientra nell’interesse di chi propina percorsi detox. Tuttalpiù potrà rimanere qualche fobia verso alcuni cibi e infondate paranoie.
Nemmeno chi fa detox semplicemente per “purificarsi” è esente da eventuali problemi, a partire dal fatto che se pensa di ripulirsi o espiare colpe (atto compensativo) questo sarebbe già un problema di disturbo alimentare neanche tanto latente.
Tutto ciò per ribadire che non servono, e comunque non bastano, pochi giorni di “punizione” per rimediare a una routine sbagliata, serve costanza, presa di coscienza e piccole rinunce (al superfluo) nella quotidianità. Serve un approccio alla dieta che sia sano e sereno, serve recuperare un corretto rapporto col cibo e affrontare un percorso di cambiamento costante delle abitudini alimentari e dello stile di vita. Serve capire che è il percorso a fare la differenza e non il traguardo finale. Ma anche che nel caso in cui si parta già dall’avere una buona educazione e corrette abitudini alimentari a maggior ragione approcci del genere lasceranno il tempo che trovano perché non saranno poche occasioni all’anno a compromettere la salute o la forma fisica.
In tutto ciò ricordiamoci sempre di mantenere attivo il corpo, perché la sedentarietà è nemica della salute ancor prima del pandoro!
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